Riparto con il resoconto, vi avevo lasciati in bici sul lungolago in centro a Lecco e per la precisione partirò dal ristorante "Orestino" all'imbarcadero, segnalazione che vi giro dalle mie chiaccherate con il buon Ecografista, un fine geografo-ciclista-gourmet-ecc. che mi ha egregiamente supportato per tutto il tragitto, le cui mail e info, stampate, hanno abbondantemente sostituito la mappa sul mio "cruscotto" della bici.
E via: purtroppo la prima porzione di strada, seguendo per Colico, ho dovuto spartirla con tutto il traffico in direzione nord, siccome fino ad Abbadia Lariana le due statali, la vecchia e la nuova, coincidono. Un paio di chilometri su una mini superstrada vi separano dal bivio che libera dal traffico grosso (che parte tutto a cento all'ora sulla SS 36 verso Colico) e porta alla buona vecchia provinciale 72. Anche se non è una ciclabile, è un'itinerario di tutto rispetto con dei graziosi saliscendi, senza traumatiche salite. Ci sono delle belle gallerie lungo la strada ma sono tutte corte, con ampie "finestre" e senza tratti tenebrosi o pericolosi. Naturalmente sto parlando di un pomeriggio di sole, di notte non la farei così a cuor leggero. Una volta arrivati a Colico si passa davanti alla stazione dei treni, poi si svolta a sinistra in direzione della riva del lago, verso la foce dell'Adda e la ripresa della sua immancabile pista ciclabile. Per la cronaca il mio tragitto è durato dalle 13 e 20 alle 16, ma forse non tutti vogliono spaccarsi come ho fatto io (che oltretutto ero solo, quindi non avevo nessuno da aspettare o con cui chiaccherare e commentare gli scorci e gli edifici).
Panorami e posticini: non spenderò molte parole qui perchè le spode del Lario sono note per la loro bellezza. Ogni pasino ha delle belle spiaggette, porticcioli, chiesette, palazzi e mini-lungo-laghi che meriterebbero come minimo un quarto d'ora ciascuno. In bici queste deviazioni si possono fare spesso e volentieri, ma sempre tenendo conto del chilometraggio complessivo e del tempo di percorrenza (nonchè della propria macchina cuore-gambe-polmoni!). A Mandello si passa vicino alla Moto Guzzi, per chi ama un certo tipo di motociclismo (l'unico che approvo, tra l'altro). Nell'ultimo tratto, da qualche parte tra Dervio e Colico, c'è un borgo molto antico che è una pausa obbligata, anche perchè a questo punto avrete percorso decine e decine e decine di chilometri e le ginocchia vi faranno "giacomo giacomo", come si suol dire. A Colico infine potete ammirare una miriade di surfisti, alle prese con nuovi aquiloni estremi e vecchi schianti in acqua :) .
E' tutto, alla prossima!
E via: purtroppo la prima porzione di strada, seguendo per Colico, ho dovuto spartirla con tutto il traffico in direzione nord, siccome fino ad Abbadia Lariana le due statali, la vecchia e la nuova, coincidono. Un paio di chilometri su una mini superstrada vi separano dal bivio che libera dal traffico grosso (che parte tutto a cento all'ora sulla SS 36 verso Colico) e porta alla buona vecchia provinciale 72. Anche se non è una ciclabile, è un'itinerario di tutto rispetto con dei graziosi saliscendi, senza traumatiche salite. Ci sono delle belle gallerie lungo la strada ma sono tutte corte, con ampie "finestre" e senza tratti tenebrosi o pericolosi. Naturalmente sto parlando di un pomeriggio di sole, di notte non la farei così a cuor leggero. Una volta arrivati a Colico si passa davanti alla stazione dei treni, poi si svolta a sinistra in direzione della riva del lago, verso la foce dell'Adda e la ripresa della sua immancabile pista ciclabile. Per la cronaca il mio tragitto è durato dalle 13 e 20 alle 16, ma forse non tutti vogliono spaccarsi come ho fatto io (che oltretutto ero solo, quindi non avevo nessuno da aspettare o con cui chiaccherare e commentare gli scorci e gli edifici).
Panorami e posticini: non spenderò molte parole qui perchè le spode del Lario sono note per la loro bellezza. Ogni pasino ha delle belle spiaggette, porticcioli, chiesette, palazzi e mini-lungo-laghi che meriterebbero come minimo un quarto d'ora ciascuno. In bici queste deviazioni si possono fare spesso e volentieri, ma sempre tenendo conto del chilometraggio complessivo e del tempo di percorrenza (nonchè della propria macchina cuore-gambe-polmoni!). A Mandello si passa vicino alla Moto Guzzi, per chi ama un certo tipo di motociclismo (l'unico che approvo, tra l'altro). Nell'ultimo tratto, da qualche parte tra Dervio e Colico, c'è un borgo molto antico che è una pausa obbligata, anche perchè a questo punto avrete percorso decine e decine e decine di chilometri e le ginocchia vi faranno "giacomo giacomo", come si suol dire. A Colico infine potete ammirare una miriade di surfisti, alle prese con nuovi aquiloni estremi e vecchi schianti in acqua :) .
E' tutto, alla prossima!
Buongiorno Zio Dennis,
RispondiEliminamolto bella la tua descrizione dell'itinerario da Lecco a Colico!
Quasi quasi ti chiedo se me la passi, ci metto qualche foto e la pubblico sul mio elenco di itinerari, in una nuova sezione, ovviamente con il tuo nome.
Il borgo da qualche parte fra Dervio e Colico è Corenno Plinio, luogo incantato, soprattutto se si ha la pazienza di scendere sino al porticciolo sulla riva.
Domani parto per un piccolo giro in bici, mèta segreta ma suggestiva.
Buona settimana.
Grazie, ti cedo tutti i diritti di questi itinerari, vedi che cmq la mia licenza creative commons lo permette (free copia-cita l'autore-no lucro). La parte della valtellina è la meno avvincente, tra breve sarà online (ovvero devo ancora cominciare a scriverla)
RispondiEliminasaluti!