8 agosto 2007

La Valtellina in bici - Prologo: the GreenMachine

Dei miei cari amici, Etra e Piedone, mi invitano per una festa di compleanno da loro in Valtellina e io ci vado, in bici, partendo dalla bassa bergamasca.
Il progetto più plausibile è di fare la ciclabile dell'Adda da Crespi fino a Lecco, costeggiare il Lario e proseguire lungo l'adda da Colico. Sto pensando per ora di farmi Lecco-Colico in treno perchè non conosco le condizioni "ciclabili" della strada accanto al lago e poi, finchè monto una sola corona davanti, devo scordarmi erte e colline per un po'. Tranne la parte del lago, che è scoperta, mi sono basato sulle indicazioni di Paolo Adamoli [clicca qui pei il suo sito] che sembrano complete e sono aggiornate a quest'anno.
Diciamo che per capire meglio le mie intenzioni dovete prima conoscere la bici con cui voglio intraprendere il viaggetto: la GreenMachine, attualmente alla versione 1.2 (e attualmente non ancora verde!). Si tratta di una bici (col nome di una canzone dei Kyuss ..."I've got a wheel inside my head!") pensata per la mia idea di ciloturismo. E' basata su di un telaio telaio Bianchi che ho trovato alla Stazione delle Biciclette a Pavia, in ottime condizioni se non per perecchi segni del tempo. Ho visto delle Bianchi con telai simili a questo e si chiamano "Colorado", ma la mia sembra piu vecchia di un tot, anche perchè i pedali hanno ancora le chiavelle. Con un paio di settimane di lavoro e l'insostituibile supporto dell'attrezzatura, dei materiali e del mucchio di bici-cadavere della Ciclofficina di Pavia nonchè del mio socio Arnaud le XIVeme per la parte elettrica, la bici è ora composta cosi:
- telaio Bianchi (diciamo"sport"),
- forcella qualunque,
- ruota anteriore "sanremo sport" del 28 da strada (decisamente su di età),
- ruota posteriore del 28 da città (unica cosa che ho comprato nuova, a parte camere e fili),
- gruppo di 6 pignoni da una MTB,
- deragliatore e leva del cambio Sachs Huret (registrati in modo da escludere il pignone piu grande),
- corona davanti singola, credo 48, catena, pedivelle con chiavelle e pedali da diverse bici da uomo
- freni tradizionali a ganasce Universal Mignon (da una bici Robert),
- copertoni (davanti un copertoncino) usati,
- pipa di un manubrio da corsa Pivo, marca dal nome invitante (=birra),
- curva e leve dei freni di una bici da uomo qualunque,
- sella SanMarco tradizionale,
- parafanghi, portapacchi (davanti e dietro), dinamo, fari e catarifrangenti dal mucchio,
- Campanello nuovo di pacca.
Non è ancora verde perchè quando ho ultimato la versione 1.2 (la seconda a poter girare con tutti i crismi) l'estate era ormai alle porte, i primi test sono diventati per forza i miei primi giri in vacanza e non c'è tempo da perdere per grattare e verniciare. Il nome resta e la bici diverrà verde di sicuro.
Ritengo tutti i pezzi vecchi almeno di dieci-vent'anni, penso insomma di avere ricostruito una bici anni '80 con pezzi di 6 bici almeno. A breve delle foto. L'unica bici funzionante da cui ho preso dei pezzi sarà la prima cosa che rimetterò in sesto quando finiscono le vacanze, lo prometto.

1 commento:

  1. Quand'è il compleanno?? E si tratta di Colei Cui Il Lutto Si Addice o di Spaccamontagna?

    RispondiElimina